La Villa
La storia e la struttura
La nascita della Villa Franchetti – Nardi, oggi tra le dimore storiche italiane, coincide con la decisione di istituire Firenze capitale d’Italia, dal 1865 al 1871. Con l’unificazione del nostro paese, culminata, appunto, con questa decisione, l’attuale capoluogo toscano subisce dei profondi mutamenti e cambiamenti sotto la direzione dell’architetto Poggi. Tra le sue opere, la demolizione di gran parte della terza cerchia muraria medioevale, la costruzione dei viali come la creazione di un nuovo viale di là d’Arno, molto suggestivo e panoramico. Quest’ultimo collegava piazza Ferrucci a porta Romana, dove fu costruito un ampio piazzale che dominasse la città: fu creato il viale dei Colli ed il piazzale Michelangelo. Porta Romana fu una zona importantissima di Firenze poiché è stata soggetta a numerose e importanti modifiche le scuderie reali che sorsero in stretta continuità col giardino mediceo di Boboli ed il palazzo Pitti, sede reale dei Savoia. Il viale dei Colli fu così lottizzato per dimore nobiliari di particolare maestosità e pregio architettonico. Lo stesso architetto Giuseppe Poggi si occupò del progetto della Villa e dei parco che si affaccia direttamente sulle scuderie reali, come risulta dal contratto di allocazione tra il Comune di Firenze e la società Lazzeri & Ciampi del 1868.
Proprietari della Villa furono i Baroni Franchetti e soprattutto il musicista Alberto (1860 – 1942). Egli scelse questa dimora fiorentina come tra le preferite, soprattutto dopo il matrimonio con Margherita Levi, dalla quale ebbe il figlio Raimondo. Si narra che il barone Alberto fosse, in questa dimora, particolarmente ispirato musicalmente. Sono ricordate, insieme a sontuose feste e banchetti, anche riunioni culturali ed artistiche in un momento storico culturalmente molto attivo nella Firenze della prima parte del 900 a cui parteciparono personaggi come Giacomo Puccini, Pietro Mascagni ed Eleonora Duse. Il musicista Alberto è ricordato tra i tardi rappresentanti della scuola verista, anche se nelle sale di concerto e nei teatri d’opera è stato quasi completamente dimenticato. Le sue opere maggiori sono: Cristoforo Colombo, Germania e Glauco, quest’ultima qui composta. Fu direttore del Conservatorio di Firenze dal 1926 al 1928. Alberto Franchetti abbellì la Villa che fu ampliata con la costruzione di una dependance adiacente con funzione di sala concerti e da ballo. In questo periodo furono inoltre edificate nel parco una scuderia in stile pittoresco-tirolese (con tetto a forte spiovente coperto a lastre di ardesia e sottogronda traforato e rivestito a legno), una villetta a due piani prospiciente ai giardini del Bobolino, la portineria a pianta quadra nei pressi del monumentale cancello principale sul viale Machiavelli a pianta semicircolare ed altre piccole costruzioni come la voliera a torre di pianta poligonale in muratura e tetto spiovente e finestrelle ogivali con decorazioni a falso legno.
Nel parco ci sono diverse statue in pietra e marmo, una copia grande della Venere di Milo,un pozzo in pietra su una ampia cisterna interrata con volta a botte in mattoni, un laghetto e soprattutto molte piante di alto fusto come cipressi, querce, platani, cedri del libano, aceri, ippocastani, tigli, olmi, palme e tassi. Il disegno delle aiuole è originale e si rifà al giardino all’italiana. Il viale principale interno lungo circa 400 metri ha un decorso elegantemente sinuoso e si disegna attorno ad aiole mai rettilinee , contornate da basse siepi di alloro, che si intersecano fra loro per disegnare vialetti interni. Le essenze fiorite sono numerose, sia perenni che annuali, in vaso (limoni, aranci, mandarini, azalee, rododendri, camelie e calle), sia in terra (rose antiche, peonie, gelsomini, glicini, insieme a cespugli di essenze odorose : ramerino, salvia, timo ed origano.), che in molti periodi dell’anno rendono piacevole il soggiorno ed il passeggio. Il barone Alberto Franchetti arredò praticamente ex novo la villa e vi inserì alcuni splendidi esempi di artigianato italiano, con il consiglio del fratello Edoardo, famoso e ricco collezionista d’arte e mecenate veneziano, proprietario della Cà d’Oro, sontuoso palazzo sul Canal Grande ed oggi importante museo. Così la villa fu abbellita da una serie di vetrate con riproduzione di maestri di scuola umbra e angeli musicanti alla Melozzo e vetri con tondi policromi soffiati a bocca; boiserie in legno di noce intagliate a mano, soffitti accassettonati a riquadri con fiore centrale in bianco e avorio (che la moda romantico-espiatoria ottocentesca aveva fatto tinteggiare di scuro) decorati in oro zecchino, una cornice neogotica in noce con arco ogivale, figure di profeti e colonne a tortiglione, copia della loggia dell’Orcagna e, non ultimo, un maestoso caminetto in marmo scolpito, attribuito a Pietro Tacca e con la parte superiore decorata a putti danzanti in stiacciato di scuola donatelliana e duccesca.
Il figlio Raimondo, noto esploratore, morto tragicamente in Africa, sposò la contessina veneziana Bianca Rocca dalla quale ebbe due figlie, Lauranna, sposata Lovatelli (poi erede della villa) e Afdera, nota alle cronache mondane per essersi unita in matrimonio con l’attore americano Henry Fonda. La fortuna della Villa seguì quella della famiglia che già nel secondo dopo-guerra aveva ipotecato ogni sua proprietà. Durante la seconda guerra mondiale Villa Franchetti – Nardi fu sede del comando tedesco, di sfollati e poi di vari inquilini. La dimora fu poi affittata dall’editore Giusti di Livorno e successivamente dal pittore Enzo Faraoni. Come sottolineato da dimorestoricheitaliane.it, Villa Nardi, “Abbandonata negli anni 60 e ridotta in condizioni deplorevoli, assieme al suo parco, la Villa fu rilevata dalla società immobiliare Carlo Alberto da cui fu acquistata dal dott. Gustavo Nardi che, assieme a sua moglie Guia Giacanelli ed ai suoi figli Giulia, Francesco, Geri e Gea, pazientemente e con appassionata dedizione hanno ricostruito e restaurato la proprietà, sotto la tutela delle Belle Arti di Firenze. Per la sua storia, i pregi architettonico degli edifici, gli arredi, le caratteristiche del parco e, non ultimo, il sapiente e curato restauro della famiglia Nardi, la Villa Franchetti – Nardi dal 1991 è entrata a far parte delle “Dimore Storiche d’Italia” e dalla fine del 2009 è diventata una “Residenza d’Epoca”, aprendo le porte ai suoi illustri ospiti”.
Il Giardino di Villa Nardi Firenze è ricco di storia in ogni angolo. Durante la primavera e l’estate la nostra Villa è il punto ideale per soggiornare a pochi passi dal centro e godere della quiete del nostro parco, ricco di pezzi storici di assoluto valore. Su richiesta si possono organizzare eventi o cerimonie all’aperto, fattibili anche in caso di pioggia grazie al montaggio di un’apposita tensostruttura.